Se si hanno a cuore le sorti della comunità in cui si vive
comprese le generazioni future, si è tenuti (“obbligati” se si parla di doveri
morali) a riflettere su alcuni fatti. Dopo di che si potranno prendere le
propeie determinazioni a ragion veduta. Tra questi fatti, verificabili, c’è che l’impianto Elcon non
è un inceneritore, non brucia rifiuti e non produce ceneri, ma soprattutto che
avrà un impatto assolutamente trascurabile (termine vago ma la cosa può essere
valutata con cifre, stime e dati) sulla qualità dell’aria di Castellanza. C’è che i previsti 30 camion che porteranno i reflui chimici
(composti all’80% di acqua) e gli agenti necessari per trasformarli, sono meno
di un terzo dei mezzi che arrivavano al sito Montedison quando era in piena
attività e che la società si sta adoperando (accogliendo le legittime richieste del territorio) per limitare il più possibile l’impatto di
questo traffico. C’è che Castellanza non ha “pagato un alto un alto prezzo in
termine di salute” per la sua industria chimica: nessuno studio epidemiologico
evidenzia una maggiore incidenza di patologie legate a inquinamento nella zona. E si parla di un’industria che nei decenni passati sottostava a
norme ambientali di gran lunga più lassiste di quelle attuali. C’è che il
mercurio depositato nel terreno del sito è, quello sì, altamente inquinante, e
ogni persona di buon senso si può rendere conto che la bonifica, in mancanza di
investimenti e sviluppo, non sarà fatta. In Italia ci sono 57 siti industriali
gravemente inquinanti su cui il ministero dell’Ambiente fin dal 2006 ha imposto l’obbligo di bonifica. Ma le
bonifiche non sono state fatte, semplicemente perché non ci sono i fondi. C’è
che lo smaltimento dei reflui industriali è necessario, almeno finché ci sono
industrie che li producono: non si tratta di fatturare di più, consumare di più
e costruire di più. E se non lo fanno industrie all’avanguardia e a prezzi
accettabili, lo fanno le altre o lo fanno le organizzazioni criminali per le
quali lo smaltimento illecito è un business da 4 miliardi l’anno (stime
Legambiente). C’è, infine, un progetto di investimento e di sviluppo che
porterà 50 posti di lavoro, contando solo quelli diretti, a Castellanza. Si può
barattare la salute con qualche posto di lavoro? No, nessuna persona sensata
proporrebbe di farlo. Sono tanti 50 posti di lavoro? No, ma sono 50 famiglie a
cui bisogna prendersi la responsabilità di dire perché si
sta tentando di privarle di una possibilità concreta di reddito.
La Elcon sta perseguendo il suo progetto a Castellanza per
un interesse economico e industriale, ma crede che questo interesse coincida
anche con quelli del territorio. Gentile signore, lei ha il dovere morale di
avere delle buone ragioni per opporvisi. Se vorrà approfondire qualsiasi dei
temi sopra citati siamo sempre disponibili.
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